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Ci sono viaggi che non lasciano alcun segno, si parte e si ritorna come si era prima, anzi più impoveriti e a volte svuotati. Altri, invece, sono motivo di una mutazione che arricchisce: è la nostra stessa vita che si trasforma in modo inaspettato venendo in contatto con il nostro sé e il sacro. Si modifica la comprensione di se stessi e degli altri, del mondo stesso, si dilatano l'intelligenza e la sensibilità, si dischiude il canale spirituale della nostra persona e cominciamo a sentirci toccati dal silenzio, dal puro amore, dalla vita come mai l'avevamo percepita, trasformati dalla sfera del mistico e del sacro, scoperti già nel nostro presente esistenziale e quotidiano. Il Cammino di Santiago, aperto com'è sempre stato dal IX secolo, rientra di diritto in questi viaggi dell'anima.